“Si tuffa, poi, bollente in un buon brodo,
e in breve il passatello affiora sodo
e quando, ben fumante, sta nel piatto
chi lo rifiuta è sazio oppure è matto”
(A. Tartagni)

Come per tutto il suo patrimonio enogastronomico, anche per la tradizione della pasta la Romagna si rivela una terra fatta di ingredienti poveri e sapori ricchi.

I suoi elementi base sono farina e uova, oppure solo farina e acqua come negli strozzapreti; si presenta in un gran numero di forme e tipi, con o senza ripieno, che in questa zona è prevalentemente a base di formaggio.

Il formaggio è infatti il ripieno dei cappelletti: lo ha ufficializzato Pellegrino Artusi nella sua ricetta dei “Cappelletti all’uso di Romagna”, e questa è la prima differenza dai tortellini emiliani, che invece sono ripieni di carne. La seconda è nella dimensione e nella forma: i cappelletti sono, appunto, a forma di “cappello” e sono più grandi dei tortellini, che invece ricordano l’ombelico di Venere.

Il formaggio è anche un ingrediente fondamentale di un’altra classica minestra romagnola: i passatelli.

I PRODOTTI

  • Cappelletti all’uso di Romagna
  • Curzoli
  • Garganelli
  • Gnocco di patate
  • Maltagliati, Malfatti
  • Manfrigoli
  • Minestra di castagne
  • Minestra imbottita (o spoja lorda)
  • Orecchioni
  • Pappardelle
  • Passatelli
  • Pasticcio di cappelletti
  • Patacucci
  • Sfoglia dell’Emilia-Romagna
  • Stricchetti
  • Strozzapreti
  • Tagliatelle
  • Tagliatelle con gli stridoli
  • Tagliatelle verdi
  • Tardura
  • Tortelli coi rosolacci

Curiosità

I curzul (curzuli) sono una pasta tipica romagnola che prendono il nome dai laccetti delle scarpe fatti con stringhe di cuoio lunghe e di forma quadrata. Ed era proprio così che le “azdore” li preparavano: lasciavano la pasta sfoglia abbastanza spessa e poi la tagliavano in stringhe di sezione quadrata.