La provincia di Forlì-Cesena è un territorio vocato alla coltivazione di frutta e verdura: lo dimostra l’estensione delle coltivazioni di orto-frutta, di ben 25 mila ettari, di cui 15 mila a frutteti e 10 mila a colture orticole.
Sono numerose le varietà coltivate: oltre a quelle ancora in piena produzione (alcune riconosciute dal marchio IGP), ne troviamo altre che rappresentano oggi produzioni locali o di nicchia.
Negli ultimi anni si è avuto un percorso di riscoperta di specie antiche che, a causa delle basse rese o per disinteresse del mercato, sono state man mano “dimenticate”: tra le altre, la Pesca Bella di Cesena, la Pera Scipiona e la Pera Volpina, la Pera Cocomerina (presidio Slow Food).
Oltre ai prodotti coltivati, la gastronomia locale utilizza abbondantemente anche le erbe spontanee, come gli stridoli, e i prodotti del sottobosco, tra cui si segnalano il tartufo bianco pregiato.
I PRODOTTI
- Albicocca Val Santerno di Imola
- Cardo gigante di Romagna
- Ciliegia di Cesena
- Cucciaroli
- Fragola di Romagna
- Kiwi
- Lischi (Agretti)
- Loto di Romagna (caco)
- Pera Scipiona
- Pera Volpina
- Pesca Bella di Cesena
- Pesca buco incavato (Bus incavè)
- Raperonzolo
- Saba dell’Emilia-Romagna
- Sapore
- Stridol
- Susina Vaca Zebeo
- Tartufo bianco pregiato
Curiosità
La saba è uno sciroppo d’uva che si ottiene dal mosto appena pronto di uva bianca o rossa. E’ molto dolce, tant’è che i contadini lo utilizzavano come “zucchero” o per dare più sapore a piatti poveri. Il suo nome infatti deriva dal latino “sapa”, che vuol dire “sapore”.
Nonostante la radice del nome in comune, la saba non deve essere confusa con il savor (in dialetto “sapore”, appunto) una marmellata ottenuta dalla saba con l’aggiunta di altra frutta, come ad esempio mele, anche cotogne, pere e frutta secca.