Nell’antica terra di Romagna, la gastronomia contadina ha esaltato ingredienti semplici in piatti genuini e ricchi di sapore. E le “azdore” avevano lo straordinario dono di dare una nuova vita a ingredienti di scarto.

Non solo in cucina, ma anche nelle botteghe, elementi poveri quali aceto e ruggine assurgono in Romagna al ruolo di materia poetica.

Con canapa e legno di pero, colori e stampi caratteristici, le tele sono diventate il simbolo della tavola romagnola: prodotto del rapporto schietto e sincero tra agricoltura e arte, le tele ancora oggi si tramandano grazie agli stampatori che continuano ad avvalersi del metodo tradizionale.

A Forlì si trovano gli artigiani che ancora oggi le producono:

I PIATTI TIPICI

  • Agnello con piselli alla romagnola
  • Coniglio in umido
  • Fegatelli di maiale
  • Pollo alla cacciatora
  • Radicchi con la pancetta
  • Ragù alla romagnola
  • Trippa
  • Baccalà alla romagnola
  • Baccalà con i porri
  • Baccala in umido
  • Saraghina
  • Saraghina maturata nel sale
  • Zuppa di poveracce
  • Seppie con i piselli
  • Spaghetti con le poveracce
  • Risotto con le poveracce
  • Cavolfiore all’uso di Romagna
  • Fagioli in giubba lunga
  • Spinaci alla romagnola o spinaci con l’uvetta

Curiosità

I passatelli, secondo la tradizione, sono ottenuti con l’utilizzo di avanzi e ingredienti poveri, come il pane raffermo, il formaggio indurito, le uova e il midollo di ossa di bue frantumate.

La caratteristica forma dei passatelli era ottenuta con “e fér”, un disco forato con manici laterali.

Oggi le ricette più diffuse vedono l’utilizzo del Parmigiano Reggiano al posto del formaggio indurito, del burro (se usato) al posto del midollo, e lo schiacciapatate che ha sostituito il ferro.